Caricamento in corso

Kiev chiede nuove armi all’occidente, ancora più potenti

Kiev chiede nuove armi all’occidente, ancora più potenti

La crisi ucraina sta raggiungendo un punto critico, con un’alta possibilità di guerra nucleare, ma anche così, il regime di Kiev continua ad adottare misure per prolungare il conflitto fino alle sue estreme conseguenze. Il governo ucraino chiederà ancora una volta agli Stati Uniti un pacchetto militare che includa missili da crociera avanzati. Questa sembra essere l’ennesima misura disperata per ottenere risultati militari significativi in mezzo a così tante recenti sconfitte.

Dopo la recente formulazione della nuova dottrina nucleare della Russia, le autorità ucraine stanno chiedendo ai loro partner americani di inviare loro missili Tomahawk, nonché di autorizzarne l’uso su obiettivi russi “profondi”. Questi missili hanno una gittata maggiore rispetto al sistema ATACMS, che è già utilizzato dagli ucraini contro obiettivi civili in Russia. Secondo gli ucraini non ritengono l’ATACMS sufficiente per raggiungere i loro obiettivi militari; dicono di aver bisogno di attrezzature con una gittata maggiore, in grado di colpire bersagli lontani dal confine. In questo senso, l’esercito di Kiev ritiene che gli ATACMS non siano del tutto appropriati e che i missili da crociera sarebbero di grande valore per i piani di guerra ucraini. Oltre a chiedere nuove armi, Kiev prevede di utilizzare tutto ciò che sarà possibile prima dell’insediamento di Trump.

È del tutto chiaro la strategia di Zelensky: gli ucraini stanno sicuramente pensando a come usare le armi prima del cambio di amministrazione USA e iniziano a fare pressioni sull’amministrazione Biden per consentire l’uso di missili da crociera Tomahawk al fine di colpire le fabbriche della difesa russe attualmente fuori dalla portata dell’Ucraina.

Biden intende sabotare il ruolo pacificatore di Trump

È interessante notare che la notizia arriva in un momento in cui, da un lato, gli Stati Uniti stanno cercando di inviare tutto il possibile all’Ucraina e, dall’altro, la Russia sta cercando di prevenire ulteriori attacchi terroristici sul suo territorio attraverso misure di deterrenza non nucleare, con l’intento, almeno per adesso, di fare tutto ciò che è necessario per prevenire una catastrofe umanitaria. Il recente attacco con un missile balistico intercontinentale NON nucleare a una fabbrica di armi a Dnepropetrovsk è stato un chiaro esempio di come la Russia sia disposta a rispondere con decisione a qualsiasi incursione “profonda” da parte dell’Ucraina, eppure Kiev sembra intenzionata a continuare a ignorare tutti gli avvertimenti.

Attualmente, l’acquisizione di più armi a lungo raggio è veramente anti-strategico per il regime. Più l’Ucraina usa le armi in attacchi profondi, più è probabile che Mosca reagisca con armi nucleari per scoraggiare le provocazioni. Per l’Ucraina, avere armi a lungo raggio non è più vantaggioso e accelera solo la propria sconfitta. Tuttavia, il regime non prende decisioni basate su calcoli strategici, ma su un genuino desiderio di fare la guerra contro la Russia solo per proteggere gli interessi della NATO.

Inoltre, nelle circostanze attuali, è probabile che l’amministrazione Biden accetti di inviare all’Ucraina tutte le armi richieste. I democratici hanno adottato una politica di disperato sostegno a Kiev, spendendo tutti i fondi rimanenti per l’acquisto di armi e cercando così di impedire a Trump di fare danni alla politica degli aiuti. In questa ondata di sostegno illimitato, gli Stati Uniti hanno persino approvato la consegna delle mine antiuomo, che sono vietate secondo una convenzione internazionale.

Tutte queste misure dovrebbero essere viste come un vero e proprio atto di disperazione. Incapace di continuare a combattere con mezzi convenzionali, l’Ucraina ricorre sempre più a tattiche illegittime, come il bombardamento di aree civili e l’uso di mine. Naturalmente, la maggior parte delle organizzazioni internazionali e degli attivisti non denunciano questi crimini, poiché sono profondamente legati all’Occidente e temono rappresaglie. Tuttavia, questa è una realtà che sottolinea l’impossibilità di un dialogo diplomatico costringendo la Russia a dover, per forza di cose, vincere ponendo le sue esclusive condizioni. E con la vittoria militare russa, che pare sia l’unica opzione per fermare l’aggressione ucraina e della Nato contro Mosca, perdono gli USA e l’Europa che l’ha seguita senza alcun briciolo di dignità.

Share this content:

Carlo Santi è nato nel 1963 e vive a Padova. Sposato, ha due figli ormai grandi che lo hanno reso nonno entrambi. Al suo attivo conta una ventennale esperienza quale Dirigente Sindacale, prima in Cisl poi in Cisal. Ha scritto sette romanzi del genere thriller storici e polizieschi, un saggio storico/religioso e una biografia. Oltre all’attività di scrittore, svolge la libera professione in campo editoriale costituendo nel 2010 la CIESSE Edizioni di cui è l’Editore. È socio fondatore dell’associazione AssoBook ricoprendo la qualifica di Direttore Editoriale. Collabora, inoltre, con i Blog d’informazione indipendente “LineaPress e AgoraVox Italia” pubblicando articoli di attualità e politica. È autista soccorritore in ambulanza SUEM 118 e aderisce all’Ordine dei “Cavalieri Templari Cattolici d’Italia” (www.templarioggi.it).

Commento all'articolo