Può Israele sterminare l’intera popolazione di Gaza senza che nessuno la fermi?
Non è una domanda retorica. L’intervento non è costituito semplicemente da sentenze della Corte Internazionale di Giustizia o da risoluzioni presentate alle Nazioni Unite. Non si tratta nemmeno di navi cariche di rifornimenti inviate in coda per la consegna a Gaza, in attesa del permesso delle autorità di occupazione israeliane. Piuttosto, intervenire significa forzare l’ingresso a Gaza, che piaccia o no alle autorità occupanti, ed essere pronti allo scontro.
C’è un punto in cui il genocidio a Gaza diventa abbastanza eclatante da provocare altri paesi a intervenire direttamente nella Striscia di Gaza per prevenire ulteriori genocidi?
Se c’è un punto del genere per alcuni paesi, qual è il punto? Mezzo milione di morti, per massacro, fame, disidratazione, ipotermia, ipertermia, esposizione e malattia? Un milione? E quali sono i paesi che sono disposti ad agire? O può Israele sterminare l’intera popolazione senza che nessun paese intervenga per fermare il genocidio?
La domanda è essenziale e non retorica, perché è ormai chiaro che non c’è livello di atrocità che Israele non sia disposto a commettere, né che gli Stati Uniti non siano disposti a sostenere con tutti gli armamenti necessari per commettere l’azione, così come con tutti gli aiuti necessari per sostenere l’economia israeliana. Israele non sarà scoraggiato dall’isolamento economico o diplomatico. E’ disposto ad essere boicottato da tutto il mondo tranne che dagli Stati Uniti. Non gli importa nulla delle sentenze legali contro di esso. Che sia delirante o meno, vede il genocidio come il suo unico mezzo di sopravvivenza, e lo perseguirà fino a quando non sarà privato dei mezzi per farlo.
È quindi doveroso chiedersi se ci sono paesi disposti a intervenire per fermare il genocidio, e a che punto saranno disposti a farlo. Se ci sono paesi di questo tipo, dovranno definire il filo d’inciampo per il loro intervento e i mezzi che sono disposti a usare per farlo rispettare. Dovranno formare un consorzio che sia pronto ad agire di concerto. Il consorzio dovrà agire al di fuori delle Nazioni Unite, perché il veto degli Stati Uniti impedirà qualsiasi azione dell’ONU, se non simbolica.
L’intervento non deve essere bellicoso, ma non deve accettare di essere ostacolato, né di essere attaccato dalle forze del governo israeliano. Deve essere pronto a difendersi se necessario. Un modello suggerito per un tale intervento può essere trovato qui, ma i paesi partecipanti elaboreranno i propri piani in base ai propri mezzi e priorità.
Le manifestazioni, i sit-in, i discorsi, le lettere, le telefonate, le e-mail, i boicottaggi, le flottiglie, le sentenze legali e altre azioni per esercitare pressione per fermare il genocidio hanno avuto successo nel sensibilizzare l’opinione pubblica, cambiare le opinioni e forse anche prevenire in parte l’inevitabile. Ma non hanno minimamente influenzato le azioni israeliane o il sostegno del governo degli Stati Uniti nei loro confronti.
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